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I quaderni dell'Anpi
   

24 maggio 2023

 

Casa
di Warsan Shire

Nessuno lascia la propria casa

a meno che casa sua non siano le mandibole di uno squalo
verso il confine ci corri solo
quando vedi tutta la città correre
i tuoi vicini che corrono più veloci di te
il fiato insanguinato nelle loro gole
il tuo ex-compagno di classe
che ti ha baciato fino a farti girare la testa dietro alla fabbrica di lattine
ora tiene nella mano una pistola più grande del suo corpo
lasci casa tua quando è proprio lei a non permetterti più di starci.
Nessuno lascia casa sua a meno che non sia proprio lei a scacciarlo
fuoco sotto ai piedi
sangue che ti bolle nella pancia
Non avresti mai pensato di farlo
fin quando la lama non ti marchia di minacce incandescenti
il collo
e nonostante tutto continui a portare l’inno nazionale
sotto il respiro
soltanto dopo aver strappato il passaporto nei bagni di un aeroporto
singhiozzando ad ogni boccone di carta
ti è risultato chiaro il fatto che non ci saresti più tornata.
Dovete capire
che nessuno mette i suoi figli su una barca
a meno che l’acqua non sia più sicura della terra
Nessuno va a bruciarsi i palmi
sotto ai treni
sotto i vagoni
nessuno passa giorni e notti nel ventre di un camion
nutrendosi di giornali a meno che le miglia percorse
non significhino più di un qualsiasi viaggio.
Nessuno striscia sotto ai recinti
nessuno vuole essere picchiato
commiserato
Nessuno se li sceglie i campi profughi
o le perquisizioni a nudo che ti lasciano
il corpo pieno di dolori
o il carcere,
perché il carcere è più sicuro
di una città che arde
e un secondino
nella notte
è meglio di un carico
di uomini che assomigliano a tuo padre
Nessuno ce la può fare
nessuno lo può sopportare
nessuna pelle può resistere a tanto

Il
Andatevene a casa neri
rifugiati
sporchi immigrati
richiedenti asilo
che prosciugano il nostro paese
negri con le mani aperte
hanno un odore strano
selvaggio
hanno distrutto il loro paese e ora vogliono
distruggere il nostro
Le parole
gli sguardi storti
come fai a scrollarteli di dosso?
Forse perché il colpo è meno duro
che un arto divelto
o le parole sono più tenere
che quattordici uomini tra
le cosce
o gli insulti sono più facili
da mandare giù
che le macerie
che le ossa
che il corpo di tuo figlio
fatto a pezzi.
A casa ci voglio tornare,
ma casa mia sono le mandibole di uno squalo
casa mia è la canna di un fucile
e a nessuno verrebbe di lasciare la propria casa
a meno che non sia stata lei a inseguirti fino all’ultima sponda
A meno che casa tua non ti abbia detto
affretta il passo
lasciati i panni dietro
striscia nel deserto
sguazza negli oceani
annega
salvati
fatti fame
chiedi l’elemosina
dimentica la tua dignità
la tua sopravvivenza è più importante
Nessuno lascia casa sua se non quando essa diventa una voce sudaticcia
Che ti mormora nell’orecchio
Vattene,
scappatene da me adesso
non so cosa io sia diventata
ma so che qualsiasi altro posto
è più sicuro che qui.


​​​​​
17 settembre 2022

 
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31 luglio 2022


In archivio il nuovo numero di luglio 2022, qui di seguito alcuni articoli in esso contenuti.
 
Razzismo bianco europeo
Per uscire di pianto, in ragione
"O con Putin o con Zelensky"? Ma chi l'ha detto?






 
10 febbraio 2021
 
Foibe 10 Febbraio
IL GIORNO DELLA DIMENTICANZA
Il vuoto della memoria condivisa
 
01 maggio 2020

Memorie del virus
di Marcello Palagi



Ai miei figli e a tutti i bambini. Ai loro denti di leone.

In questi giorni di isolamento, in cui siamo costretti a rimanere a casa, non mi preoccupo se i miei figli non svolgono i compiti assegnati, non mi importa della scuola.

Non mi affanno a scaricare loro le schede online, le letture, i ripassi, l’elenco delle operazioni.

Non aspetto che gli insegnanti si attivino in lezioni a distanza, mi è indifferente, anche se quest’anno i programmi scolastici probabilmente si fermeranno a febbraio.

Non mi rammarico di quanto i miei figli possano rimanere indietro. Indietro a che cosa? È un tempo questo che gli insegnerà altro, ciò che non troveranno in nessun libro.

Impareranno a confrontarsi con la vita, quella vera. A seguire l’unico programma che non è mai lo stesso, che è pieno di fatti imprevedibili, di interrogazioni che ci trovano impreparati, di lezioni nuove.

Impareranno il rispetto di se stessi e degli altri, che significa adattarsi a nuove regole e rimanere a casa. A gioire del calore e della vicinanza delle persone care, perché per molti, ora, anche questo non è scontato.

Impareranno ad adattarsi a queste ore dilatate, a confrontarsi con la noia, che riempiranno delle loro riflessioni.

Sapranno che c’è chi è solo, davvero, e questa solitudine si aggiunge a quella che ha da tempo nel cuore. Sapranno di chi non ha una casa, un posto in cui sentirsi al sicuro.

Impareranno a godere del silenzio di queste stanze, che è solo quiete, tanto lontano dal silenzio di angoscia di una stanza d’ospedale.

Impareranno ad apprezzare quello che hanno, ora che non ci sono nuovi giochi o vestiti e cose nuove da comprare.

Impareranno ad accontentarsi di mangiare quello che c’è, per non sprecare, perché bisogna uscire poco, perché c’è chi neanche ha la forza di andare a fare la spesa e non ha nessuno da chiamare.

Impareranno a farsi crescere dentro la forza di dire “andrà tutto bene”, quando tutto nel mondo sembra gridare il contrario.

Impareranno a farsi adulti, ad accogliere una maturità che non viene dallo svolgere bene le operazioni, da come si scrive, come si legge, come si pronuncia o si riassume. A studiare una lezione che dice che la vita, a volte, si blocca, si rivolta su se stessa e non ha più nome.

Impareranno a capire che c’è un momento per fermarsi, prendere il respiro, raccogliere le forze, e soffiare sulla speranza, forte, come sui denti di leone.

Felicia Lione
 
 
FOIBE 10 FEBBRAIO
IL GIORNO DELLA DIMENTICANZA

 


Marmo: Piagnistei e paradisi fiscali
Francesco De Pasquale... leggi tutto 
 
15 aprile 2016
Il “giusto” dimenticato
L’'allenatore della Carrarese che fu giustiziato per salvare centinaia di ebrei 
Dopo 71 anni di oblio, viene finalmente alla luce la storia dei due allenatori ungheresi Geza Kertèsz e Istvàn Tòth fucilati dai tedeschi per aver fatto fuggire gli ebrei dal ghetto di Budapest........leggi tutto
Simone Caffaz
 

 
09 aprile 2016
La Shoah inizia sul lago Maggiore
di Marcello Palagi
Queste pagine si propongono solo di far conoscere, fuori della zona dove avvenne, la provincia di Verbano - Cusio - Ossola, una strage strage dimenticata, la prima di soli ebrei avvenuta in Italia...... leggi tutto

1 ottobre 2015
UN FUNERALE ROM E IL TEATRINO DELLA POLITICA 2

di Marcello Palagi

Campagna mediatica e gossip antirom per far dimenticare i responsabili di Mafia capitale e accaparrarsi gli appalti del giubileo

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3 settembre 2015
UN FUNERALE ROM E IL TEATRINO DELLA POLITICA
di Marcello Palagi

Non c’è nessuna dichiarazione meno utile di questa, per cercare di capire la vicenda del funerale di Vittorio Casamonica.

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Giugno 2015
Tra ieri e oggi
La scuola del mobbing 
Una riforma per smantellare la scuola pubblica e sopprimere la libertà di insegnamento
A quando la reintroduzione del giuramento di fedeltà al regime renzista?
Orbilius
La scuola sacrificata
Alla fine degli anni ‘50 mancavano gli insegnanti,  in Italia, per più motivi: iniziava la scolarizzazione di massa grazie non tanto alle riforme, ma alla crescita economica e del benessere e l'insegnamento era un lavoro poco appettibile visti gli stipendi bassissimi.  


25 aprile 2015
25 aprile: Contro i deliri diffamatori di Stefano Benedetti e l’uso elettorale delle falsificazioni della storia.



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